Accesso alla Procreazione medicalmente assistita: PMA

La legge che disciplina la materia, inserendo fra i principi quello di favorire l’accesso per le coppie infertili alle metodiche della procreazione medicalmente assistita, è la Legge quadro nazionale n. 40 del 2004. E’ bene precisare che le prestazioni di Procreazione Medicalmente Assistita non sono inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza nazionali (ovvero nell’elenco delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale) ma, per effetto di una serie di sentenze in materia, è stato stabilito che le regioni devono erogare tali prestazioni, sia per quanto riguarda le tecniche di fecondazione omologa, che per quanto concerne quelle in eterologa.

Le regioni, in sintesi, hanno quindi integrato le metodiche di PMA fra le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Regionale, senza tuttavia inserirle necessariamente nei LEA regionali: quando le condizioni di diagnosi (infertilità) lo confermano, è pertanto possibile accedere alle visite, agli esami diagnostici e alla fecondazione vera e propria, procedure che vengono ricondotte a prestazioni ambulatoriali o di day-surgery.

La distribuzione dei centri che erogano le prestazioni è variegata, sul territorio italiano, e sussistono differenze rilevanti in relazione alla presenza di centri pubblici, privati o convenzionati nelle varie regioni. Le differenze riguardano non solo l’offerta di centri e strutture in termini numerici e nel rapporto tra pubblico e privato ma anche rispetto al tipo di prestazione erogata (I livello: Inseminazione artificiale, II e III livello: Fecondazione in Vitro e Trasferimento dell’embrione (FIVET).
La gran parte delle regioni pone dei limiti nell’accesso alle prestazioni di PMA, in particolare in relazione all’età della donna e al numero di cicli/tentativi garantiti dalla copertura del servizio Sanitario regionale di riferimento.

Per le persone affette da malattie genetiche e rare, il Servizio Sanitario Nazionale mette a disposizione alcuni test diagnostici e analisi preliminari (diagnosi pre-impianto) sia per consentire di conoscere la propria patologia sia al fine di prevenire la trasmissione della stessa ai figli.

La diagnosi pre-impianto consiste nell’analisi dell’embrione prodotto mediante un iter di procreazione medicalmente assistita. Il vantaggio è quello di anticipare il momento della diagnosi che normalmente si ha dopo l’amniocentesi o la villocentesi e quindi a gravidanza già iniziata ed evitare il ricorso all’aborto terapeutico o la rinuncia alla gravidanza per il timore di trasmissione della malattia.

E’ importante per la coppia con problematiche del genere ottenere corrette informazioni dai centri a cui si rivolgono. Non tutti i centri sono in grado di effettuare la diagnosi pre-impianto che è una tecnica complessa e quindi è bene verificare la competenza, l’esperienza e la disponibilità di macchinari e di personale a disposizione.

Un’altra informazione importante riguarda il fatto che con la diagnosi pre-impianto si scopre solo la malattia di cui sono affetti o portatori i genitori ma non le altre patologie di cui potrebbe essere affetto l’embrione. E’ altrettanto determinante sapere che non tutte le patologie oggi sono diagnosticabili con questa tecnica. E’ quindi essenziale recarsi in un centro di genetica specializzato e assumere tutte le informazioni specifiche per la propria situazione.

Riferimenti di legge e sentenze

  • Legge n. 40/04                               (legge quadro sulla materia)
  • Sentenza Corte Costituzionale n. 151/09           (eliminato obbligo tre embrioni e permesse deroghe per crioconservazione)
  • Sentenza Corte Costituzionale n. 162/14           (illegittimità del divieto di fecondazione eterologa)
  • Sentenza Corte Costituzionale n. 96/15   (diagnosi pre-impianto accessibile alle coppie con patologie genetiche)
  • Sentenza Corte Costituzionale n. 229/15           (divieto soppressione embrioni creati ma non utilizzati, rimosse le sanzioni per i medici che permettono la selezione degli embrioni a seguito di diagnosi pre-impianto)

 

Per ulteriori informazioni, aggiornamenti e segnalazioni è possibile contattare il nostro servizio PiT Salute al numero 06/36718444 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 13.30, oppure inviare un messaggio e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Questo sito web utilizza cookie. Continuando la navigazione si accettano gli stessi.